PARAFRASANDO QUA E LÀ

Spaccato di varia Umanità, interpretato nel segno del buon senso, della propositiva ironia, del fare "Pro", giammai del fare "Contro".

Si dice che il coniglio, prezioso ed amabile animaletto del nostro habitat, sia …poco coraggioso. E’ che, in effetti, si parla del coniglio, ancorchè della Persona: la questione è non è esclusivamente circoscritta all’essere o non essere arditi e sprezzanti del pericolo, ma l’essere più o meno orgogliosi, di quell’orgoglio che in effetti non è Orgoglio, bensì “orgoglietto”, nel suo connotato dell’esser pavidi e timorosi…di tutto e di più!

Cosa volete che importi della Stizza ai lettori? Niente o tanto?

A titolo personale, ma non troppo, ritengo che ai lettori, in quanto Persone, della Stizza importi, e tanto. Anzi, tantissimo. Questo, dato che lo Stizzoso non è, purtroppo, soggetto di rara diffusione, né a rischio estinzione. E’, invece, soggetto in via di esponenziale replica di se stesso: ce ne sono così tanti, anche in erba, che i conti non tornato più. Si, cari e generosi lettori che da anni seguite Pole Position, lo Stizzoso è presente, a macchia di leopardo, con la tendenza ad espandersi in modo uniforme. Direi di più: sono tanti anche quelli in formazione.

Nell’epoca delle incertezze, si corre il rischio di suggellarne tante, e sempre di più, giorno dopo giorno, anche senza esserne consapevoli. E, in questi casi, le ricadute potenziali possono avere effetti non facilmente ricomponibili, almeno a breve termine.

Ad esempio, l’equivoco che può essere fatto subire a chi, in fase di formazione, non riceva opportuni orientamenti per quel che concerne il come organizzare le sue e le altrui cose che appartengono ( o apparterranno) alla sfera del proprio vissuto. In una parola, le abilità dell’organizzazione, dell’ordine mentale, dell’individuazione anche immediata di algoritmi e sequenze tali da permettere alla persona di agire in maniera congrua ed in tempi ragionevoli (!), riferimenti che, da qualche tempo, vengono ricondotti, erroneamente, a concetti dalla valenza restrittiva, in antitesi alla creatività e, perciò, fatti coincidere a categorie negative.

Si potrebbe quasi affermare che intorno al concetto di “Tempo libero” si sia costruita una vera e propria sociologia. Infatti, di questa nozione di parla in diversi luoghi ed anche in termini accademici e per molteplici diversi motivi.

Il “Tempo libero”, cioè quella porzione di esistenza di ciascuno nella quale teoricamente non ci sono obblighi da assolvere, si traduce come oggetto di riflessione, fino ad elevarsi a “Luogo mentale”.

Prendo spunto dal titolo di una nota canzone in voga negli anni settanta: Bella senz’anima. La cantava Cocciante. Il titolo di questo pezzo, invece, si proietta al plurale: accenna ai “Belli” senz’anima. Di questi Belli che, forse, hanno perso, via via, la loro anima o, più plausibilmente, non l’hanno mai avuta, se ne contano tanti.

Emergenza cronicizzazione del degrado sociale: ben vengano i principi e le geometrie giuridiche, l’invocazione dei valori positivi e le pratiche educative alla legalità. Ma, conditio sine qua non è, e resta, ciò che potrebbe essere paragonato ai “Rimedi della nonna”.