PARAFRASANDO QUA E LÀ

Spaccato di varia Umanità, interpretato nel segno del buon senso, della propositiva ironia, del fare "Pro", giammai del fare "Contro".

Autotutela, attenzione per la salvaguardia di ciò che riguarda ciascuno di noi, salvaguardia di ciò che ci spetta, conservazione e valorizzazione del proprio ruolo e dell’immagine: tutti principi legittimi che debbono trovare la loro “realizzazione concreta” nelle dinamiche di “ogni giorno”.

Tutto ciò, per una società moderna e civile è garantito dalle leggi e, mi si accetti, è ovvietà!

Tanto premesso, è anche opportuno sottolineare la necessità di dare giusto significato ai termini sopra declinati, forti della consapevolezza che, in un sistema complesso come quello in cui viviamo, ciascuno deve avere, ma deve anche dare. Infatti, l’interazione tra le categorie del “Dare” e dell’ “Avere” definisce l’equilibrio che rende possibile la civile convivenza e la funzionalità del sistema medesimo.

Sicché “Dare” ed “Avere” sono due concetti complementari: l’avere riconduce all’idea che “…dopo aver fatto, mi si riconosce (la società riconosce, cioè tutti gli altri riconoscono) una premialità, un rinforzo positivo, appunto una spettanza; il “Dare” riporta al concetto dell’obbligo contributivo di tutti,cioè all’idea che “…ci metto anche la mia parte per far funzionare questo sistema”.
Dunque, “Dare” e “Avere”, ovvero “Avere” e “Dare”, significano concettualmente la stessa cosa, senza che l’una cosa assorba ed annulli l’altra. Tali assunti sono irrinunciabili ed oggettivamente corretti. Avviene, tuttavia, che l’idea del “Dare/Avere” si concretizzi, nel suo iter e nella sua traduzione in prassi, solo nel concetto del solo “Avere”, dando per scontato che “…si sia già dato”, oppure che “…intanto debbo avere, a dare c’è tempo” e, nei casi più gravi, nella convinzione che “…debbo avere in quanto esito e, se mi si chiede di dare, mi opporrò perché quando mi si chiede di dare mi si lede un diritto…”!

Quello che dico potrà pure sembrare una estremizzazione, una sorta, cioè, di esagerazione. Purtroppo, non sempre è così: l’idea che “…debbo avere…. e non sempre debbo dare perché… bisogna vedere quello che mi spetta di dare!” è sempre più diffusa, diventando quasi un “Credo”, una linea di condotta, un modello da seguire. Pur non condividendo, riterrei addirittura preferibile (cioè meno grave, anche se arrogante in sé) l’atteggiamento di convenienza di chicchessia, allorquando chicchessia pensasse, furbescamente, di “Avere senza Dare” come risultato di una sua strategica modalità di azione!

Ma, è assai più grave, constatare che nei più si stia ingenerando la convinzione del “Dare figurativo” e cioè che “…debbo avere, e sempre di più, in quanto il mio dare è in sé, immanente: lo faccioizio”. Il tutto ovviamente, fittizio, senza che effettivamente sia così!

Da qui al titolo del pezzo: che cosa vuol dire “I propri interessi” ?.
Provate a dirlo Voi!

Alla prossima.