PARAFRASANDO QUA E LÀ

Spaccato di varia Umanità, interpretato nel segno del buon senso, della propositiva ironia, del fare "Pro", giammai del fare "Contro".

Lo smarrimento ed il disorientamento stanno gradualmente prendendo piede, dilagando nei loro effetti, attraverso un triste e diffuso fenomeno di Presunzione alla rovescia che a sua volta, discende dagli assunti giuridici della Presunzione di innocenza, ma all’opposto.

Mi spiego: è sempre più presente, nell’alveo dei rapporti di relazioni che la consuetudine restituisce alla quotidianità, un diffuso atteggiamento di supponenza ex ante, nella prospettiva, però, dell’accusa e della condanna, spesso infondate, appunto presupposte, nel senso che la colpa è sempre tua (cioè dell’Altro, che chiede per avere, ancorché cose legittime… ), a prescindere.

Tale guasto relazionale si manifesta in ogni dove, diventando talvolta pregiudizio e, come tale, se esasperato, vera e propria coercizione.

Eccone alcuni esempi: fai la fila per ottenere un qualsiasi visto o lasciapassare, ed è qui che il decisore, in primissima battuta, anziché accoglierti, ti fa lo screening in merito alla pratica, mostrandosi come un muro di gomma, insormontabile, attraverso i suoi no, non può, è difficile, vediamo, non mi pare, è da vedere, etc. Infatti, dopo il porsi di fronte a te con un’infinità di no, dinieghi, difficoltà ed impedimento al buon fine, elevati anche per un nonnulla, potrà darsi che solo alla fine del purgatorio se ne esca con una soluzione alternativa, semplice, ma risolutiva. Ti chiedi: non poteva dirmelo prima?

Attraverso quanto esposto, quale banale (anzi banalissimo) esempio, ma di concetto, è ambizione quella di poterlo tradurre in Modello ricorrente di relazioni, ovviamente elaborabile a diversi livelli.

Quale l’esito del focus? Eccolo: la dilagante presupponenza, alias pregiudizio, che assume valenza di arroganza, disaccoglienza e becera procedura di coercizione verso l’altro, da parte del Decisore di turno. L’altro problema correlato, è che, proprio a turno, possiamo essere un po’ tutti Decisori. E, questo, è un rischio. Forte.

 

                                                                                                            Giancarlo Caroleo