LA TORPEDO BLU

Ritorna “La Torpedo Blu”, breve momento di piacevole revival di quei mezzi che hanno positivamente segnato una porzione del nostro vicino passato, rubrica che utilizza, per darsi un connotato, lo stesso titolo di una famosissima canzone del Maestro Gaber il cui valore, anche nel suo caso, il tempo non cancella!

 

 

Titolo forviante? No. Solo realistico.

Se, cari lettori di Pole Position, l’automobile oppure la moto, il camion o anche un pullman sono “di più” rispetto a sei semplici mezzi che utilizziamo per spostare persone o cose, assumendo così un profondo connotato di identità funzionale all’Essere ed al Saper Essere di ciascuno, di un Gruppo sociale, di una Nazione, di una realtà territoriale, è altrettanto plausibile che detti “mezzi di trasporto” siano, anche a domanda, veramente “mezzi” e non “un fine”.

Ciò detto, per ricondurre la questione alla concreta quotidianità, pare quanto meno utile porre una semplice domanda: che senso ha imbottire di moquette, di pannelli di stoffa o di cruscotti tappezzati con materiale facilmente suscettibile alle abrasioni gli interni di furgoni, mezzi da lavoro in genere, ex “motocarri” e le cosiddette citycar? E’ più gratificante immaginare (e solo immaginare…) che anche per questi mezzi sia esteso “lusso e comfort”, ancorchè  “viverli” nella quotidianità sempre “in cattivo stato”, impolverati e lavabili con difficoltà, piuttosto che immaginarli più essenziali, ma gestibili anche per ciò che comporta l’igiene e l’aspetto?

A domanda, risposta…