Prendo spunto dal titolo di una nota canzone in voga negli anni settanta: Bella senz’anima. La cantava Cocciante. Il titolo di questo pezzo, invece, si proietta al plurale: accenna ai “Belli” senz’anima. Di questi Belli che, forse, hanno perso, via via, la loro anima o, più plausibilmente, non l’hanno mai avuta, se ne contano tanti.

Direi tantissimi, ormai. E, sempre più, sono invisibili, ancorché algidi nelle loro manifestazioni al punto di rasentare il becero cinismo, quello che, però, essi stessi vorrebbero celare e che, di contro, traspare con più facilità!
Ma, l’esser “Belli senz’anima”, d’altra parte, non è nemmeno così semplice. Sembrerebbe, invece, essere più facile assumere comportamenti che mostrassero di averla, un’anima. Sicché, contrariando pareri diffusi, dare luogo, di fatto, all’esercizio del cinismo e del disincanto, è verosimilmente più faticoso che rappresentarsi nella semplicità, nella spontaneità, nella relazionalità fattiva ed interattiva, connotati, questi, più adeguati all’essere Uomo/Persona! Dunque, ci si chiede il perché di tutto ciò: essere anche “Brutti”, ma con l’anima, non sarebbe meglio che l’opposto?
Ma, che cosa si intende “essere senz’anima”, ancorchè belli?
Sicuramente, essere “Belli senz’anima” vuol dire perseguire condotte opposte all’essere se stessi, ad osservare e testimoniare la serietà, l’onestà, il sacrificio e la buona volontà verso il lavoro; essere protesi verso gli altri rispettando in primis se stessi, senza arrampismi e senza sgomitare per avere ciò ci cui non si abbia merito. E poi, essere in pace con se stessi per evitare di tradursi in piccoli despoti che sanno solo trasmettere temperie emotiva e zizzanie, pronti solo e sempre alle polemiche fine a se stesse, senza mai tenere conto di essere semplicemente “un altro, tra gli altri”!
Ebbene, l’esser “Belli senz’anima” è tutto ciò che resta dalle miserie e dalla fragilità umana, librati in un vortice senza fine di meschine piccolezze che perseguono luoghi mentali megalomani ed artificiosi, laddove si inseguono miti bugiardi e fari di buio pesto, senza limiti e senza ragione…
Siamo, quindi, un po’ meno “Belli senz’anima”, con l’intento di riappropriarci dell’anima, per poi potere ritornare ad essere, forse, “Belli”, ma “Belli dentro”?